Appena
arrivati il Sole ci ha accolto con i suoi raggi mentre il cielo ci
sorrideva limpido e sereno; anche il clima ha subito cambiamenti!
I
gelsi ora non sono più spogli, ma risultano pieni di piccole foglie
appena spuntate.
Anche
le robinie avevano qualche piccola fogliolina sui rami esili.
Il
sambuco era fiorito e i suoi minuscoli fiorellini bianchi creavano un
vero e proprio bouquet naturale. Le sue foglie però emanavano un
disgustoso odore che veniva trasmesso anche sulle mani se le foglie
venivano strofinate velocemente.
L’
olmo inizialmente è stato scambiato con il carpino, ma poi la
professoressa si è corretta dandogli il nome esatto. L’abbiamo
frainteso per le foglie che sono estremamente simili a quelle del
carpino. Poi ci siamo corretti guardando i rami lievemente
attorcigliati e dotati di creste che a prima vista davano
l’impressione di essere estremamente fragili.
Ci
siamo addentrati poi in un boschetto, ma sono tornata subito dalla
professoressa e, una volta sbucata fuori, mi sono accorta che ci
eravamo addentrati in un boschetto sin troppo fitto per riuscire ad
orientarci da soli.
Alcuni
miei compagni non hanno seguito il richiamo della professoressa e si
sono addentrati ancora di più per poi uscire a bocca aperta da una
vietta laterale secondaria.
Sembra
che questi abbiano visto un fantasma per l’espressione assunta, ma,
in realtà, è stato visto un cervo da un mio compagno!
Questo
dimostra che gli animali che prima erano addormentati si erano
risvegliati dal lungo letargo invernale.
Poi
ci siamo addentrati nella brughiera che risultava ora abitata da api,
cavallette, lucertole e perfino serpenti come le vipere.
Anche
la ginestra dei carbonai fioriva ora di mille fiorellini giallissimi.
Abbiamo
inoltre scoperto che alcune pigne di alberi come delle specie
particolari di pini possiedono pigne (strobili) dotate di spine con
le quali mi sono punta più volte.
Questa
volta erano evidenti, oltre a quelli delle talpe, segni di passaggio
di cinghiali e impronte che però non siamo riusciti a identificare.
Anche
i lati dei viali erano popolati di piante verdissime dai fiori con
colori brillanti e vivaci e i ciliegi che costeggiano il viale che
porta alla piazza di Tornavento sono pieni di frutti rossi e succosi.
Il
sentiero che costeggia il Canale Villoresi si affaccia sulla strada
con un ripido pendio che ora è pieno di erbe infestanti.
E’
stata una giornata molto faticosa, ma quando siamo tornati a casa
sono rimasta estremamente felice per le nuove cose imparate.
ELISA
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